A sinistra i piagnistei, il Governo lancia il Piano Mattei

Gli argomenti che stanno accompagnando la calda estate italiana sono, lo sappiamo, accise ed emigrazione. Tutti temi sui quali l’opposizione, per anni dormiente e affetta da torcicollo politico oltre che programmatico, ha avuto nelle ultime settimane un risveglio non solo tardivo ma sospetto, considerando l’avvicinarsi dell’imminente consultazione elettorale per le europee.
Tralasciando per un attimo il tema benzina e concentrandoci su quello dell’immigrazione,  per arginare questo fenomeno che rischia di diventare epocale, il Governo sta mettendo in campo strategie che puntano ad assumere un ruolo chiave dell’Italia, proprio nei paesi africani con il maggior rischio di pressione dal punto di vista del fenomeno migratorio irregolare. Parliamo di Tunisia Algeria e Libia, Paesi nei quali l’esecutivo Meloni intende intervenire con fondi e programmi su sanità, infrastrutture e agricoltura.

È proprio considerando questa visione complessiva e di lungo termine, che lo scorso 23 luglio Giorgia Meloni ha convocato la storica Conferenza sull’immigrazione e sviluppo, che ha visto la partecipazione di ben 21 paesi, non solo africani ma anche del Mediterraneo e di una parte del Medio Oriente.
Insomma un’importante base per poter far partire, il famoso Piano Mattei, che servirà per dare non solo una speranza e sviluppo in tema di formazione, sanità e tutti quei servizi che servono a tutta l’Africa, ma anche per creare un’alternativa ai paesi europei in tema di energia. Oltre ovviamente al ruolo da protagonista dell’Italia, in previsione dell’incontro proprio fra la nostra nazione e il continente africano, nel forum che si terrà a Roma, con l’obiettivo di creare la possibilità di spostare alcune attività delle industrie produttive e di trasformazione, proprio in Africa.

Tutta questa serie di appuntamenti, è bene ribadirlo anche a favore di chi continua a urlare allo scandalo per l’aumento vertiginoso degli arrivi e degli sbarchi, anche da parte di chi ha sempre professato la religione del “porte aperte per tutti”, servirà proprio per avere più energia più sviluppo e meno migranti irregolari, lasciando la porta aperta invece a coloro che hanno diritto di entrare in Europa e avere così, non solo possibilità di salvezza ma di lavoro.

E per concludere con una nota decisamente patriottica, non si può non notare come in quest’ultimo periodo l’Italia, grazie proprio al Governo Meloni e alla  rete di rapporti internazionali che il nostro premier sta imbastendo con i partners mondiali, abbia fatto retrocedere in classifica i nostri cugini francesi, proprio in tema di centralità nello scacchiere internazionale.

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