L’anno che verrà: ciò che lasciamo e ciò che ci attende nel 2024

Una seria e attenta analisi, non può non partire da quello che è stato il cambio di passo, nella vita politica dell’ultimo anno in Italia.
Il 2023  inizia con i primi mesi di impegno del governo Meloni e il varo di una finanziaria a marcia ridotta a causa dei danni prodotti dai governi precedenti, soprattutto ai debiti lasciati dal governo Conte con l’introduzione del reddito di cittadinanza e ai mancati controlli circa il super bonus 110%.
Nonostante le mistificazioni e le bugie, spesso tradotte in violenza verbale, di una sinistra che ha trovato in Elly Schlein l’unica alternativa al governo a trazione Fratelli d’Italia, il centro destra col passare dei mesi ha dimostrato concretezza, con uno sguardo alle fasce più deboli, oltre ad un’attenzione costante per la tenuta conti pubblici. Con riconoscimenti in sede europea, oltre ai risultati dal punto di vista economico e finanziario.

Il 2023 verrà ricordato negli almanacchi, per il prosieguo della guerra in Ucraina e la grave crisi nel Medio Oriente, dove sono ripresi gli scontri e con la guerra, che non poteva non avere ripercussioni dal punto di vista internazionale.
Ritornando ai fatti di casa nostra, non esente anch’essi dalle fibrillazioni internazionali, alcune azioni portate avanti da una politica che finalmente ha ripreso in mano la situazione economica della nostra nazione, hanno fatto sì che venissero poste le basi per interventi strutturali dimenticati nel corso di questi ultimi anni. Anni nei quali la politica, aveva abdicato nei confronti di tecnici travestiti da politici e pseudo politici che si affidavano ai tecnici, per portare a casa il consenso personale che serviva all’immediato, ma non certamente utile alla ripresa dell’Italia.

Nell’ordine: stop al reddito di cittadinanza, riduzione del cuneo fiscale quindi soldi in più in busta paga, rivalutazione delle pensioni, stop al bonus 110%, aiuti alle imprese per assumere giovani, donne e chi percepiva i bonus, aumento di risorse per sanità, pubblici dipendenti e comparto sicurezza, ( ne parliamo in un altro articolo su questo quotidiano), sono solo alcuni degli interventi che porteranno pian piano l’Italia fuori dalla deriva con le tasche piene i debiti, là  dove l’aveva cacciata quella che per comodità chiameremo cattiva politica. Quella che, guarda al mero interesse personale piuttosto che ad una visione globale che possa veramente aiutare chi in questi anni è rimasto indietro.

Sull’onda poi di gravi fatti di cronaca accaduti, che hanno visto purtroppo donne uccise per mano degli uomini, la fine dell’anno è stata caratterizzata dalla polemica sul patriarcato che, a detta dei benpensanti sinistri, rappresenta la cultura imperante  dello stivale tricolore. E in un mondo web dove a far da padrone sono i titoli sensazionali, piuttosto che una lettura approfondita di ogni singolo argomento, basterebbe fare un giro per il globo, dove la condizione della donna è veramente ridotta ai minimi termini, per verificare l’infondatezza di tale affermazione.

Il futuro. Nel 2024 una serie di appuntamenti  elettorali importanti attendono l’Europa, l’Italia, la nostra regione e, permettetemi una citazione più locale, le amministrative.
Saranno l’occasione per dimostrare a chi in questi anni ha utilizzato la politica per il solo scopo del raggiungimento di interessi personali, che i cittadini meritano rispetto, attenzione e hanno tutto il diritto oltre che il dovere, di scegliere chi andrà a rappresentarli nei consessi, dove si decide il loro futuro. È arrivata l’ora di uno scatto di orgoglio da parte di tutti, scegliendo in totale autonomia, dopo aver valutato in piena coscienza qual è il futuro migliore che si augurano, scegliendo con forza chi  potrà rendere la vita migliore e serena  per i propri figli e per la generazioni future.
“Perché, se fai la vita che fa la massa non ti meravigliare se avrai risultati che avrà la massa.”
Il 2023 è iniziato nella giusta direzione, ora tocca a noi tutti, far sì che il percorso continui.
Buon anno!

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