Seggiolini antiabbandono. Una legge giusta, ma con tanti difetti

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La legge sul dispositivo anti abbandono presenta alcuni problemi

È entrato in vigore oggi il decreto anti abbandono, che obbliga i genitori a possedere un dispositivo che li avvisa nel caso in cui venga dimenticato il proprio figlio nel seggiolino della macchina.

Il decreto nasce per contrastare il fenomeno dell’abbandono nelle vetture del bambino, soprattutto d’estate, con le conseguenze che spesso si leggono. Una dimenticanza che ha diverse cause, tra cui anche l’amnesia dissociativa, che può colpire chiunque e può essere originata da traumi o da periodi di forte stress.

La legge è nata con uno scopo ineccepibile e per una giusta causa, ma all’atto pratico presenta alcuni difetti e varie problematiche. La prima è che entrato in vigore oggi, senza i canoni quattro mesi che servono per l’adeguamento, perché vengono calcolati dal primo luglio, quando ancora però la legge non esisteva.

Perciò, incompresibilmente, milioni di coppie si sarebbero già dovute dotare del dispositivo anti abbandono, ma, a oggi, la loro reperibilità non è così facile, perché la distribuzione è stata minima e nei negozi è difficile trovarli. Ordinandoli su internet, qualora si riuscissero a trovare, si nota un’impennata considerevole nei prezzi.

Nelle specifiche tecniche che si leggono nel decreto e di cui il dispositivo deve essere dotato, si scopre che non è necessaria l’omologazione, ma basta l’autocertificazione del produttore.

La maggior parte dei dispositivi consiste in un piccolo cuscinetto da infilare sulla seduta del seggiolino, collegato tramite bluetooth all’applicazione sul cellulare.
Questo crea un problema non da poco, perché nel caso in cui ci si scordasse il bambino nella vettura, si potrebbe dimenticare anche il cellulare e questo non risolve il problema.

Un’altra problematica, non di certo secondaria, potrebbe rivelarsi quella relativa all’assicurazione: i produttori di seggiolini precisano in modo molto chiaro di non manomettere in alcun modo il prodotto per non alterarne la sicurezza.

Quindi, nel caso ipotetico di un incidente e il cuscinetto si trova sotto il bambino, come obbligo di legge, è probabile che sia l’assicurazione che la casa produttrice del seggiolino non paghino, perché con il dispositivo si sta manomettendo il seggiolino stesso.

Il dubbio rimane, anche se i dispositivi “autocertificati” a norma, inseriti sulla seduta non dovrebbero considerarsi manomissione, in quanto aggiunti per norma di legge, ma la manipolazione rimane.

Concludendo, il decreto prevede un bonus di 30 euro per l’acquisto del dispositivo, ma non viene in alcun modo segnalato come fare a chiederlo.

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