Questa mattina, i militanti del Blocco Studentesco Cagliari sono scesi in piazza con un blitz di fronte al Liceo Classico “Siotto Pintor” per contestare il sistema mafioso antifascista che ormai perpetra indisturbato nei luoghi dell’istruzione e nelle istituzioni.
“L’antifascismo ama definirsi come baluardo contro ogni forma di totalitarismo, -inizia la nota del movimento- ma nel concreto, ciò che finisce sotto l’etichetta di “totalitarismo” è molto più ampio. Ogni legame sociale, culturale o nazionale che implichi appartenenza, autorità o identità è visto con sospetto. Il risultato è un’antropologia radicale che concepisce la libertà solo come disgregazione di ogni vincolo. Nel tempo, questa visione ha dato vita non tanto a un movimento, ma a una mafia ideologica: un sistema informale e trasversale di potere che esercita un controllo capillare del pensiero, operando sia nei circuiti istituzionali sia in quelli extra-parlamentari”.
“Questo sistema chiuso -continua la nota- non si limita a criticare idee o posizioni, ma demonizza e marginalizza chiunque non si adegui. Il marchio è usato come arma di distruzione sociale, prescindendo da ogni reale analisi politica. Il primo strumento è il controllo semantico. Le parole diventano gabbie: chi critica l’immigrazione è “razzista”, chi valorizza la famiglia è “omofobo”, chi parla di identità nazionale è “fascista”. Il pensiero unico si costruisce così: attraverso etichette che anticipano ogni discussione e ne annullano il contenuto. Inoltre, l’antifascismo è anche controllo culturale: Cinema, scuola, università, stampa e social media — ogni luogo in cui si forma l’opinione pubblica è spesso presidiato da una narrativa unica. Chi dissente, oltre alla censura mediatica, subisce boicottaggi pubblici, minacce o aggressioni, esclusione da circuiti professionali o istituzionali. Per contrastarlo quindi non servono repressioni di polizia, ma un’opera di contro-narrazione: culturale, politica, legale e mediatica. Serve cioè una battaglia a parità di strumenti, sul piano delle idee e della libertà di espressione, cosa a cui loro non sono abituati”.
“Da ottant’anni a questa parte -conclude la nota del Blocco Studentesco- l’antifascismo non ha mai rappresentato una vera opposizione al potere. Al contrario, si è fuso con le dinamiche del dominio globale: dalle élite anglo-americane alle istituzioni sovranazionali, dalle fondazioni filantropiche ai centri culturali occidentali, dall’oppressione della dittatura comunista al turbo capitalismo più sfrenato, dove non esiste più pudore o dignità. L’antifascismo, per quanto “rivoluzionario” si possa dichiarare, è oggi uno strumento del sistema. Yalta nel 1945 non è solo la fine dei fascismi europei, ma anche l’inizio di una nuova egemonia culturale che da allora ha impedito ogni reale alternativa. E l’antifascismo, oggi, è uno degli strumenti più efficaci per silenziare chi si oppone”.