La Numera passa a Nexi, i sindacati: “Un danno per il territorio”

palazzi sassari

Con il passaggio di Numera Spa, storica società informatica del Banco di Sardegna al gruppo NEXI Spa e con le dimissioni del presidente Antonio Capitta, giudicate dai sindacati fuori tempo massimo che criticano le mancate risposte alle preoccupazioni e alle richieste di chiarimenti da parte dei rappresentanti dei lavoratori, si avvia a conclusione un passaggio di società per niente indolore, soprattutto per il territorio e per le sue ricadute economiche.

La presente nota stampa viene emessa a seguito della notizia di dimissioni del Presidente di Numera Spa, Antonio Capitta il quale, come riportato su La Nuova Sardegna del 19 novembre ha lasciato la carica ricoperta in quell’azienda dopo aver espresso voto contrario all’operazione con cui il Banco di Sardegna cede a NEXI Spa la totalità della partecipazione azionaria nella stessa Numera Spa. La vicenda alla quale queste dimissioni si riferiscono inizia il 1 giugno 2022, con un annuncio riportato sul sito web della capogruppo Bper Banca Spa, azionista di maggioranza del Banco di Sardegna, la quale a sua volta è proprietaria della Numera Spa.

“Nonostante la posizione di contrarietà espressa dall’ormai ex presidente di Numera giunga evidentemente in forte ritardo rispetto non solo all’annuncio ufficiale dell’operazione ma anche a comunicati dei sindacati territoriali di settore, ad articoli sulla stampa avvenuti durante l’estate scorsa e addirittura alle comunicazioni formali di avvio di procedure
sindacali ufficiali che datano 30 settembre scorso, riteniamo che tale fatto sia comunque la testimonianza più fedele delle preoccupazioni già espresse a più riprese dall’intero ambiente sindacale territoriale di settore”.

“A nostro parere, non deve trarre in inganno l’aspetto legale della cessione dell’intera quota azionaria dal Banco di Sardegna a NEXI Spa. Così potrebbe sembrare un semplice cambio di proprietà. Nei fatti, ciò che si realizza è invece lo smembramento della società, quel “carve-out” dichiarato dalla stessa Bper Banca Spa, che nei fatti comporta da
un lato una diaspora di lavoratori che verranno suddivisi fra una nuova Numera, Banco di Sardegna e Bper Banca stessa e dall’altro la disgregazione di una società leader dell’informatica a Sassari, fiore all’occhiello del settore in Sardegna, con importanti connessioni a livello nazionale. Un colpo tremendo all’economia del territorio e alle sue prospettive di crescita, che comporta contestualmente una serie di operazioni, a nostro parere ambigue e che, al netto di sbandierate quanto poco chiare prospettive future, al momento proietta nell’ignoto tutta una serie di progetti in corso, con malaugurate ma più che probabili ricadute negative per l’indotto”.

“Il nostro biasimo è netto e radicale sia per il modo in cui l’operazione è stata progettata,sia per come si è inteso realizzarla, a prescindere dal diritto di un legittimo proprietario di vendere le sue proprietà. Questioni che da subito abbiamo ritenuto meritevoli di maggiori attenzioni da parte delle istituzioni. Riteniamo che la proprietà debba quantomeno procedere a fornire, formalmente, le massime garanzie e tutele a tutti i lavoratori coinvolti, loro malgrado, nell’operazione, cosi come verranno espresse da parte sindacale in sede di trattativa”.

Questa dunque la netta presa di posizione dei sindacati, che già mesi fa, si erano detti preoccupati per l’ennesima dimostrazione da parte del Gruppo Bper, della sempre meno attenta valorizzazione delle capacità, professionalità e specificità maturate e consolidate nel tempo.

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