All’Aou di Sassari un nuovo centro di endoscopia

ospedale sassari

Sarà un Centro di endoscopia di secondo livello dove gli specialisti dell’Aou di Sassari effettueranno prestazioni di specialistica ambulatoriale nelle discipline di gastroenterologia e pneumologia. Il centro è stato realizzato al secondo piano del Palazzo Clemente ed è composto da due sale multidisciplinari e una sala risvegli. I lavori di adeguamento hanno riguardato interventi impiantistici, strutturali, tecnologici e organizzativi.

A essere protagonista sarà l’endoscopia digestiva diagnostica e operativa finalizzata, in particolare, alla diagnosi e al successivo trattamento di numerose patologie del tratto gastroenterico superiore e del tratto digestivo inferiore. L’apertura dei nuovi locali consentirà, inoltre, l’esecuzione di procedure endoscopiche operative in un contesto protetto e con eventuale assistenza anestesiologica, senza necessità di trattare il paziente nel blocco operatorio, come nel recente passato.

«Continuiamo con la nostra strategia che – afferma il commissario straordinario dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano – si basa sul potenziamento delle strutture attraverso investimenti mirati. Abbiamo portato a compimento, solo a pochi giorni dall’apertura del nuovo DH Oncologico, un’ulteriore struttura necessaria per il nostro ospedale, che consentirà di dare migliori e più celeri risposte ai pazienti, con il conseguente abbattimento delle liste d’attesa».

«Mettiamo a disposizione del territorio un centro endoscopico di secondo livello e multidisciplinare – aggiunge il direttore sanitario Franco Bandiera – unico in Sardegna. Da subito daremo spazio alle specialistiche di endoscopia digestiva e broncoscopia mentre in futuro, al suo interno, potranno operare altre discipline. Aggiungiamo, così, un nuovo tassello nel programma di riorganizzazione e aggiornamento delle metodiche utilizzate nella nostra azienda».

Nelle sale saranno impegnate diverse strutture aziendali: quella di Clinica chirurgica diretta dal professor Alberto Porcu, quella di Patologia chirurgica diretta dal professor Fabrizio Scognamillo che si occupa di Endoscopia digestiva chirurgica, quindi la Gastroenterologia della Clinica Medica diretta dal professor Roberto Manetti e che vedrà impegnata la professoressa Maria Pina Dore. Le sale saranno utilizzate anche dalla Pneumologia diretta dal professor Piero Pirina e, in particolare, per l’attività di broncoscopia che vedrà impegnata l’equipe del professor Alessandro Fois. Il coordinamento delle sale sarà in capo al Dipartimento Chirurgico.

Sino al febbraio 2020, prima del Covid, nel Centro di Endoscopia, con sede nella palazzina di Malattie infettive, venivano erogate tra le 4.500 e le 5.000 prestazioni all’anno. La chiusura del Centro per la necessità di ampliare la disponibilità di posti letto Covid in Malattie infettive, e il trasferimento temporaneo dell’attività endoscopica nell’unica sala messa a disposizione nell’unità operativa di Gastroenterologia del Santissima Annunziata, ha portato negli ultimi 18 mesi ad un calo dell’attività.

«L’obiettivo – afferma il direttore del Dipartimento chirurgico, professor Alberto Porcu – è quello di ritornare ai volumi di erogazione pre-Covid, ottimizzando al meglio i nuovi spazi. Con l’aggiunta di personale, sarà possibile incrementare gli esami e abbattere le liste d’attesa. Inoltre sarà possibile anche dare un supporto al territorio, in sofferenza, soprattutto per lo screening dedicato alla prevenzione e diagnosi precoce del carcinoma colorettale».

L’accreditamento delle sale sarà un sicuro vantaggio per l’attività dei chirurghi: «Si punta a effettuare endoscopie di secondo livello, cioè operative – aggiunge Alberto Porcu – prestazioni che di solito si svolgono in sala operatoria. In questo modo sarà possibile liberare il blocco operatorio dove potranno essere effettuati interventi di maggiore complessità».

Nelle sale sarà effettuata anche l’attività di broncoscopia. Si tratta di un indubbio passo in avanti, perché questo permetterà all’equipe dedicata di avere una sala per questo tipo di interventi. In media all’anno vengono svolte 850 broncoscopie che, nel periodo pandemico, si sono ridotte di numero, con una riduzione di circa la metà.

L’equipe svolge anche un’indagine di secondo livello, la stadiazione del mediastino con ecografo endobronchiale (Ebus), un’attività importante per descrivere la gravità del tumore del polmone quindi per la prognosi e la terapia.

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