Lega Sassari: “Individuare clandestini pericolosi e rendere centro storico sicuro”

corso sassari

Il comitato della Lega Sassari è intervenuto sui recenti fatti di cronaca, legati ai tre tentati stupri attribuiti a un 32enne nigeriano, già noto alle forze dell’ordine per il medesimo reato.

“Quel che fa rabbia – viene dichiarato in un comunicato – è che si tratti di un soggetto clandestino, già condannato per reati sessuali commessi in una località del Nord Italia. Mentre gli investigatori non escludono che al medesimo soggetto possano ricondursi ulteriori episodi criminosi, la cittadinanza esprime, ancora una volta, tutto lo sdegno per la serenità da tempo perduta a causa di decenni di buonismo sviscerale, che ha imposto agli autoctoni un’integrazione a senso unico, a fronte di clandestini che mal sopportano il rispetto delle leggi altrui e, quantomeno, regole di convivenza civile. A pagare sono stati, soprattutto, i residenti del centro storico ormai spopolato e segnato da un costante degrado. Dei 20mila autoctoni un tempo residenti, che rappresentavano il tessuto artigianale cittadino, restano ormai poche migliaia di coraggiosi, spesso ostaggi della prepotenza messa in atto da veri e propri clan di clandestini. Prima ancora che un’azione di intervento occorrerebbe attivare un processo culturale sui decenni di permissivismo imposto dalle amministrazioni avvicendatesi negli ultimi vent’anni”.

“Onde evitare il ripetersi di simili episodi, con pericolo di ancor più gravi conseguenze, il Direttivo cittadino della Lega Salvini di Sassari esprime solidarietà nei confronti delle vittime dell’aggressione, plaudendo a quei cittadini che con il loro pronto intervento hanno scongiurato che l’aggressore portasse a termine il suo crimine. Nel silenzio omertoso di tutte le forze politiche, ancora una volta, la Lega impegna le autorità civili e le forze dell’ordine affinché in città venga rafforzata l’opera di individuazione dei soggetti clandestini e di tutti coloro che non possiedono i requisiti di legge per permanere sul nostro territorio. Noi vigileremo”, conclude la nota.

Condividi questo articolo:

Commenta l'articolo sulla pagina Facebook del Tamburino Sardo

commenti