Sassari. Campus: “Nessuna segregazione degli ospiti a Casa Serena”

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Immagine della diretta effettuata da TeleGì

Il Sindaco di Sassari, Nanni Campus, questa mattina ha tenuto una conferenza stampa nel cortile di Palazzo Ducale

La conferenza è iniziata con i ringraziamenti ai cittadini che stanno rispettando le regole, per il proprio bene, ma anche per quello della collettività. Inoltre ha ringraziato tutti gli operatori della sanità, dai dirigenti, ai medici e infermieri, fino agli addetti alle pulizie.

Campus ha ricordato il lavoro titanico portato avanti 24 ore su 24 da Barbara Fozza, direttrice di Casa Serena. Ha fatto poi chiarezza sui numeri divulgati, oltretutto errati, dal sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, nonostante l’ordine di tamponi non far uscire la notizia, arrivato dalla squadra medico militare, giunta appositamente dal Celio di Roma, che ha eseguito nella struttura 159 tamponi, da cui sono risultati positivi 63 persone, 55 tra gli ospiti e 7 del personale. 75 ospiti e 22 dipendenti risultano invece negativi.

Il problema dentro le case di riposo ormai è nazionale, ma il comune di Sassari si è attivato subito dopo il primo caso accertato di positività al coronavirus. il Sindaco ha respinto le accuse di “averli segregati”, perché tutte le misure restrittive prese erano necessarie e avevano lo scopo di salvaguardare sia la salute degli ospiti, che quella dei lavoratori, ma anche quella dei familiari. Dal primo marzo, nella struttura sono avvenuti 14 decessi, di cui tre in ospedale. Numero leggermente superiore alla media dello stesso periodo, che è di 10 ospiti.

Campus ha annunciato che si stanno attivando le procedure per far rientrare a casa con i parenti gli ospiti che sono negativi. Nel caso di impossibilità da parte dei familiari, la soluzione di ospitarli in centri di accoglienza. Non si può mandarli però in strutture alberghiere, perché quasi tutti devono seguire una terapia. Ha precisato che i positivi e i negativi vivono in aree separate e sono assistiti da due squadre diverse di operatori, questo per evitare il più possibile il contagio.

Il Comune ha messo a disposizione un conto corrente su cui si possono fare delle donazioni e il Sindaco ha ringraziato tutte le associazioni che si stanno prodigando in questa emergenza, dando un aiuto alla Protezione Civile: la Compagnia barracellare, la Confraternita della Misercordia, la New Life, Sassari Soccorso e Sandalia Soccorso che danno assistenza agli anziani e effettuano consegne a domicilio. La Protezione Civile ha organizzato presidi alle poste, per offrire mascherine agli anziani che ci si recavano per ritirare la pensione. Sono stati consegnati 560 pasti caldi alla mensa della Caritas, 315 pasti a domicilio e 280 kg di pane. A questi si aggiungono le iniziative private che hanno donato DPI alla struttura ospedaliera.

Il Sindaco ha ringraziato anche Nicolò Orrù per il lavoro svolto durante questa emergenza e ha evidenziato come il suo ruolo fosse limitato nei poteri e si è chiesto il motivo per cui è stato destituito in corsa in un momento così difficile. A questo ha aggiunto che la risposta al perché Sassari sia la città più colpita in Sardegna, soprattutto tra il personale sanitario, è che la città ha un unico ospedale che ha dovuto reggere tutto il peso dell’emergenza, mentre Cagliari ne ha cinque e solo uno di questi è stato predisposto a gestire i pazienti positivi. Dal momento che Sassari ha il 73% dei contagiati, deve avere il 73% dei dispositivi di protezione personale.

Ha rimarcato, ancora una volta, che non è consentito fare la corsetta sotto casa, nonostante il Decreto Ministeriale, perché il virus, a Casa Serena come negli ospedali, è entrato da fuori e uscire per fare una corsa o andare tre volte lo stesso giorno a fare la spesa aumenta il rischio di contagio e, in più, è frustrante per chi ogni giorno rischia la propria salute, non solo negli ospedali, vedere persone che si lamentano per motivi futili.

Si è detto speranzoso sulla Discesa dei Candelieri, magari fatta proprio per sciogliere il voto per essere usciti da questa emergenza.

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