La Regione Sardegna verso il controllo dell’acqua pubblica

sassari manca l'acqua

Trasferire alla Regione la proprietà delle acque pubbliche presenti nel territorio regionale e le concessioni di derivazione idrica che fino a ora erano di competenza dello Stato.
Con questa decisione il Presidente della Regione Christian Solinas ha avviato una procedura che porterà in capo alla Sardegna tutti i poteri nel campo delle acque pubbliche e che fisserà le funzioni e le prerogative regionali.

“È una forte affermazione della nostra Autonomia regionale, l’inizio di un cammino per il pieno riconoscimento di una potestà primaria fissata dallo Statuto.
Con questo schema di decreto legislativo contenente le norme di attuazione dello Statuto in materia di acque abbiamo posto le basi perché lo Stato ci riconosca la nostra specialità in questo settore strategico. A 70 anni dalla nascita dello Statuto, è un fatto storico”, dice il Presidente della Giunta regionale.

“L’approvazione dello schema da parte della Giunta – prosegue Solinas – consente di avviare l’iter per la valorizzazione e l’inquadramento come norma di legge della specialità della Sardegna in materia di acque di superficie, ratificando il passaggio della proprietà e trasferendo anche competenze e poteri dallo Stato alla Regione. Abbiamo compiuto un primo passo importantissimo che porterà la Sardegna ad appropriarsi del controllo del bene acqua, conclude il Presidente. Autonomia, specialità e insularità sono i temi che questa Giunta ha ben presente in ogni suo atto, convinti che l’Autonomia deve tradursi in atti concreti”.

“Lo strumento normativo approvato “Norme di attuazione dello Statuto in materia di acque pubbliche” verrà ora trasmesso alla Commissione paritetica Stato-Regione. Fatta esclusione per il demanio marittimo, sono interessate dallo schema normativo tutte le acque di superficie, fiumi, corsi d’acqua, invasi e laghi, zone umide quindi stagni e paludi. La Regione potrà anche esercitare tutte le competenze relative al rilascio dei titoli concessori e autorizzatori per l’uso delle acque pubbliche, la polizia idraulica e la difesa delle acque dall’inquinamento.

E sempre secondo quanto previsto dallo schema normativo sarà infine compito della Regione tenere l’elenco di tutte le acque pubbliche e perseguire la salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità ambientale attraverso un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili.

Un tema, quello della proprietà delle acque di superficie, che non può essere infatti slegato dalle tematiche di carattere ambientale: “A livello mondiale, uno dei principali effetti dei cambiamenti climatici è la scarsità di acqua dolce, aggravata dall’aumento della popolazione e dallo spreco della risorsa in agricoltura”, spiega l’Assessore dei Lavori Pubblici Roberto Frongia che parla di “momento storico”.

“Oggi – prosegue Frongia – abbiamo il dovere di pensare a politiche di sviluppo sostenibili, anche in chiave di razionalizzazione e risparmio idrico. Per fare questo, in autonomia ma con lungimiranza rispetto alle future generazioni, dobbiamo avere la possibilità di decidere come utilizzare la risorsa idrica superficiale, che per un’Isola come la Sardegna è preziosa. Le norme di attuazione dello Statuto rappresentano il passo decisivo per l’autonomia della regione Sardegna in materia di acque”.

In seguito all’approvazione dello schema di decreto legislativo da parte della Giunta regionale verrà attivata una seduta della Commissione paritetica con l’obiettivo approvare il testo e dare efficacia alle norme di attuazione. Attraverso le norme di attuazione dello Statuto – che diventano disposizioni legislative emanate dal Governo nazionale su proposta della Commissione paritetica, sentito il Consiglio regionale – verranno trasferite competenze e potestà alla Regione.

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