Più di un terzo dei sardi in sovrappeso, 160mila sono obesi

problemi di peso

Il prossimo 29 maggio si celebra come ogni anno la Giornata Mondiale della Salute Digestiva, giunta alla 46/a edizione, che avrà come tema l’obesità, e che darà il via ad una campagna di salute pubblica di un anno, a livello mondiale.

“La situazione in Sardegna potrebbe sembrare soddisfacente analizzando il tasso medio regionale di sovrappeso (38%) rispetto alla media nazionale (41.9%); differenza confermata anche per quanto riguarda la popolazione in età scolare – afferma Enrico Piras, dirigente medico presso la UO Gastroenterologia del P.O.

Ss. Trinità (Cagliari) e presidente della Sez. Sardegna dell’AIGO – Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri – Un dato confortante che emerge dal rapporto PASSI dell’ISS è l’attenzione dei medici di medicina generale al problema: il 56.4% dei cittadini sardi con eccesso ponderale infatti ha ricevuto indicazione a calo ponderale dal proprio medico, rispetto ad una media nazionale inferiore (46.9%)”.

“Non dobbiamo però perdere d’occhio il numero assoluto: oltre 600.000 sardi sovrappeso, di cui oltre 160mila obesi. Questi numeri non possono non allarmarci – aggiunge – Un approccio scientifico appropriato all’obesità richiede necessariamente l’integrazione di competenze multidisciplinari, in cui il gastroenterologo ha un ruolo fondamentale sia nel suggerire un corretto stile di vita e dietetico in prevenzione, sia per il trattamento. Quando si devono perdere 40-50 Kg dieta ed esercizio fisico, anche se associate a psicoterapia e farmaci possono non essere sufficienti. L’endoscopia bariatrica – osserva – è una metodica mini-invasiva, con un rischio di complicanze più contenuto rispetto alla chirurgia, che rende possibile una riduzione della capacità gastrica iniziale dell’80%, in modo facilmente reversibile e ripetibile nel tempo”.

Al momento tale approccio è disponibile in Sardegna solo presso il reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva del Mater Olbia Hospital: “è necessario implementare l’offerta regionale, poiché il trattamento efficace dell’obesità grave può rendere possibile l’effettuazione di interventi di chirurgia maggiore come il trapianto di fegato, in pazienti che altrimenti sarebbero esclusi per elevato rischio intraoperatorio”, conclude Piras. (ANSA).

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