Sassari SI Muove all’Aou: “Ripristinare le visite ai parenti ricoverati”

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L’associazione Sassari SI Muove, tramite il legale Alessandra Maria Delrio, ha scritto una lettera al direttore sanitario dell’Aou di Sassari, facendosi portavoce di numerose segnalazioni in merito alle visite dei pazienti da parte dei familiari.

L’associazione è consapevole delle difficoltà che l’Azienda sanitaria locale ha dovuto affrontare nel corso dell’emergenza causata dal Covid-19, ma ha voluto evidenziare come l’interruzione delle visite ai familiari appaia pregiudizievole per lo scopo che si prefigge il ricovero: la guarigione del malato.

Impedire a un parente di poter vedere e assistere il proprio caro comporta numerose difficoltà per il paziente. “Sono risapute – si legge nella lettera – le gravi conseguenze che un ricoverato può subire: fragilità e vulnerabilità divengono le più strette compagne di chi soffre e le migliori amiche della malattia. La vicinanza di un famigliare è terapeutica quanto la più valida delle medicine”.

L’associazione ricorda che alla mancata assistenza morale, si aggiunge anche l’erosione dei diritti dei pazienti, che preservano dignità e serenità. A molti di loro è precluso, per età o condizioni di salute, l’adempimento autonomamente dei bisogni primari e questo può aggravare il loro stato psicologico, già provato dalla malattia e dalla solitudine.

“Da quanto appreso, non solo è del tutto negato l’accesso a qualsiasi visitatore, ma è consentito interloquire con i medici e con il personale sanitario solo telefonicamente e in una precisa fascia oraria, dalle 12 alle 14, privando quindi i familiari di un’efficace interlocuzione. Infatti, questa possibilità è solo potenziale, poiché i numeri risultano, il più delle volte occupati”. Inoltre, l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, in questi giorni ha sottolineato come in Sardegna non ci sia un’emergenza Covid.

Nella lettera, Sassari SI Muove ha proposto alla direzione dell’Aou un protocollo che garantisca sia il diritto di visita che il contenimento dell’epidemia Covid, che prevede la possibilità di vedere i pazienti che sono degenti da più di tre giorni, nel limite di un solo familiare, dotato di dpi ed eventualmente, anche in possesso di test sierologico, con scaglionamento delle visite, per un tempo di almeno trenta minuti e in orario concordato. Ad eccezione di minori, disabili e over 65 per i quali si chiede l’accesso sin dal primo giorno, con effettuazione di tampone naso faringeo per ricerca di SARS- CoV-2 e tempi di permanenza adeguati.

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