Piredda (Fassid): “Il paziente sia la priorità della riforma sanitaria”

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Sanità Sassarese: l’opinione del Fassid

La Legislatura Regionale pregressa, che ha visto il centrosinistra e l’Assessore Arru mettere in campo la riforma sanitaria e la creazione dell’ATS, è stata accompagnata da numerose critiche sia da parte dei cittadini che da parte delle sigle sindacali rappresentative sia dei Medici che del Comparto Sanità.

In particolare il territorio del Sassarese ha assistito all’incorporazione da parte dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle strutture e dei servizi del SS. Annunziata precedentemente gestiti dalla Asl di Sassari.

Abbiamo deciso di parlarne con Davide Piredda, Dirigente Medico presso la Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari e Segretario Aziendale Fassid la principale sigla sindacale della dirigenza.

Segretario Piredda, in Regione si lavora alla “controriforma” che dovrebbe azzerare l’esperienza ATS e portare il territorio regionale ad avere più ASL. Si lavora nella direzione giusta?
Da tempi non sospetti siamo stati, purtroppo, facili profeti del fallimento della cosiddetta Riforma. Un’azienda unica, come è stata concepita l’ATS, non ha senso compiuto, anzi, è davanti agli occhi di tutti come pazienti e operatori vivano impotenti l’involuzione dei suoi servizi. Quanto è stato annunciato dalla Giunta Solinas va nella direzione giusta, ma bisogna accelerare e concretizzare l’inversione di marcia, pena il restare imbrigliati nell’inerzia e nelle inefficienze dello status quo.

Gli operatori della sanità sassarese, medici e professioni sanitarie, durante la scorsa legislatura hanno chiesto a gran voce un impegno dell’ Assessore Arru verso un potenziamento dell’assistenza territoriale che decongestionasse le strutture di degenza ospedaliere cittadine ormai al collasso. Avete delle proposte in tal senso da presentare all’assessore Nieddu?
Utopistico pensare che i problemi, in buona parte causati dalla Riforma, potessero essere risolti dagli autori della medesima. All’assessore Nieddu chiedo solo che tenga fede con coerenza al programma. Restituisca dignità alle vocazioni sanitarie dei territori, valorizzi realmente gli Hub che oggi sono al collasso. Ripartire con serietà verso un progetto sanitario ambizioso ma moderno, con il paziente al centro della scena, buoni servizi in periferia e gli elicotteri in volo verso gli Hub se e solo se servisse una prestazione di alta complessità.

Quali sono invece le urgenze e le criticità sulle quali è urgente intervenire dentro l’Azienda Ospedaliero universitaria di Sassari?
Non mi è sufficiente lo spazio da voi cortesemente dedicatomi per trasmettere la gravità e l’urgenza dei nostri problemi. Abbiamo parlato dell’assistenza, che vive in AOU tutti i limiti di un Hub strutturalmente ancora in divenire, ma con l’incombenza di dover spesso coprire l’utenza delle strutture periferiche demansionate. L’annosa vertenza sui fondi dei medici, ancora irrisolta, con un blocco di premialità e progressione delle posizioni che va avanti da anni – tralasciando gli aspetti legali che si profilano – se dovesse continuare, limiterà non poco l’appetibilità della nostra azienda su potenziali nuovi medici. E questo in tempo di carenze di personale ribalta il problema a tutti i cittadini.

Da tempo i sanitari sassaresi denunciano un clima di tensione e violenza sfociato in numerose aggressioni tra le mura dell’Aou da parte di pazienti e parenti. Ritiene che i sanitari siano solo il parafulmine dello scontento dei cittadini per anni di mala-gestione sanitaria e soprattutto quali sono le soluzioni per rasserenare gli animi?
I sanitari sono l’interfaccia tra sistema e utenza, è inconcepibile, ma inevitabile che, quando lo scontento di quest’ultima sfoci in reazioni violente, i primi a pagare siamo noi operatori. Questi atti sono da condannare e reprimere con severità, è altrettanto vero che noi nella quotidianità e soprattutto le direzioni nella pianificazione strategica, dobbiamo sempre tener presente la centralità del paziente. Nella stragrande maggioranza dei casi l’insoddisfazione di paziente e familiari trova fondamento in una cattiva gestione più che in responsabilità di medici e infermieri fin troppo devoti alla loro missione.

Ildegardo Peplau

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