Oltre 40 milioni di euro per i 13 ospedali sardi di comunità

ospedale di ozieri

“La sanità sarda procede a grandi passi verso un nuovo modello d’assistenza, moderno, efficiente e sostenibile, che metta al centro il cittadino e sia sempre in grado di fornire le risposte più appropriate alle sue necessità di cura”, lo dichiara il Presidente della Regione in merito agli Ospedali di Comunità, le strutture sanitarie intermedie che rappresenteranno l’anello di congiunzione tra l’assistenza territoriale-domiciliare e quella ospedaliera. Tredici gli Ospedali di Comunità che saranno realizzati in Sardegna con la programmazione del Pnrr, 32,7 milioni di euro a cui si aggiungono ulteriori 7,5 milioni cofinanziati dalla Regione, per un totale di oltre 40,2 milioni di euro declinati nel programma di investimenti approvato dalla Giunta regionale: circa 11,4 milioni di euro all’Asl 1, per quattro presidi (due a Sassari e uno rispettivamente a Ploaghe e a Ozieri); 3,8 milioni all’Asl 2 per due presidi (a La Maddalena e Tempio Pausania); 8,2 milioni all’Asl 3 per due presidi (a Nuoro e Sorgono); 3,6 milioni all’Asl 5 (per Ghilarza e Bosa); 3,4 milioni all’Asl 7 per un presidio (a Iglesias, Santa Barbara); 9,8 milioni all’Asl 8, per due presidi (a Cagliari). Una pianificazione, quella definita a livello regionale, improntata su quanto disposto dalla normativa nazionale che prevede un Ospedale di Comunità ogni centomila abitanti.

“Per la Sanità – ricorda il Presidente – abbiamo approvato un piano da oltre 270 milioni di euro a cui abbiamo aggiunto ulteriori 21,6 milioni di risorse regionali. Il Pnrr rappresenta un’occasione importante per la nostra Isola e utilizzeremo ogni risorsa a disposizione per dare ai sardi una sanità moderna, in grado di rispondere alle necessità e alle sfide che abbiamo difronte”.

“L’emergenza Covid ha evidenziato la necessità di rafforzare i servizi sul territorio. L’Ospedale di Comunità nasce in quest’ottica, per la gestione dei pazienti a bassa intensità di cure, che necessitano comunque di assistenza continuativa. Parliamo di pazienti dimessi dai reparti specialistici che necessitano di controllo o di persone affette da patologie croniche, la cui gestione della malattia può evitare il ricorso all’ospedalizzazione”, dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, che in merito alle nuove strutture intermedie precisa: “Andranno a integrare le funzioni dei presidi in cui sorgeranno e non comporteranno la modifica dei servizi già presenti. Parliamo quindi di un rilancio e un rafforzamento per i presidi che ospiteranno l’Ospedale di Comunità. Si tratta di una grande opportunità per il nostro sistema sanitario, ma è bene precisare che quanto previsto dal Pnrr non esaurisce il novero degli interventi e delle strutture previste su tutto il territorio per la realizzazione del nuovo modello sanitario”.

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