Il coronavirus è diventato davvero meno aggressivo?

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In questi ultimi giorni, la Sardegna e le altre regioni d’Italia hanno evidenziato un aumento delle persone positive al test Covid-19. In moltissimi, hanno urlato a un ritorno del ritmo dei contagi registrato nel primo mese di quarantena, mentre altri affermano che il virus è mutato e ha perso la sua forza di qualche mese fa. Cosa dicono le cifre?

Andando al di là dei freddi numeri del numero dei positivi totali, il dato che più salta all’occhio è la percentuale dei ricoverati rispetto al numero dei casi positivi in Sardegna: il 19 marzo, i pazienti in ospedale erano 52, di cui 9 in terapia intensiva, su 204 positivi, che corrisponde al 25,49%.
Il 4 aprile, invece, i ricoverati erano 147 (24 in terapia intensiva) su 789 positivi (il 18,63%).
Il giorno in cui si è registrato il maggior numero di positivi nell’isola è stato il 13 aprile con 914; di queste, 134 si trovavano negli ospedali (27 in terapia intensiva), perciò la percentuale dei ricoverati era del 14,66%.
Durante il calo della curva epidemiologica, la giornata in cui il numero dei positivi è raffrontabile a quello attuale è il 27 maggio: 43 erano nelle strutture ospedaliere (2 in terapia intensiva) su 215 positivi (il 20%).
I dati di oggi, 24 agosto, invece fanno registrare 18 ricoveri su 429 casi positivi (4,19%), con le terapie intensive vuote.

Un altro dato importante, che dimostra che la situazione attuale è differente dai periodi “caldi” della quarantena, è quello che riguarda il numero dei defunti: dall’11 marzo al 12 aprile, la media delle persone decedute a causa del coronavirus era poco più di due defunti al giorno. Nell’ultimo mese, invece, in Sardegna non si è registrato nessun decesso causato dal Covid.

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