Coronavirus. Arrivati in Sardegna altri 10mila kit per il test rapido

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Dopo gli oltre mille kit di test rapidi giunti in Sardegna nei giorni scorsi, oggi ne sono arrivati diecimila. Ne è stato già ordinato il doppio per sopperire alle richieste.

L’obiettivo è quello di testare tutti i circa ventimila dipendenti sanitari, in prima linea contro la pandemia, per poi eseguire i test ad altre fasce della popolazione, per limitare i contagi e favorire la ripartenza.

Gli scienziati scelti da Solinas – l’infettivologo Stefano Vella, il prorettore per la ricerca dell’Università di Sassari Francesco Cucca, il farmacologo Luca Pani e il virologo Pietro Cappuccinelli – hanno stilato un documento con tutte le misure da attuare, come il mantenimento del livello dell’intensità delle restrizioni per almeno altre due settimane.

In Sardegna si lavora anche sui sistemi informatici finalizzati a limitare al massimo la diffusione del Covid. L’applicazione che consente il monitoraggio delle quarantene è pronta.

“Siamo pronti a farla partire comunque con la modalità volontaria – spiega Solinas all’ANSA – cioè chiedendo a chi arriva in Sardegna, all’atto della compilazione del modulo, il consenso alla georeferenziazione. Stiamo esercitando tutta la persuasione morale possibile perché l’autorità garante e il governo ci autorizzino al più presto a farlo in modo completo”.

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