Aou Sassari, salvata da ictus cerebrale una paziente di 103 anni

La paziente è stata sottoposta a un trattamento combinato di trombolisi endovena e di rimozione meccanica del coagulo di sangue. Presa in carico dalla Stroke Unit, la paziente è stata inserita in un percorso che ha visto coinvolte diverse strutture specialistiche aziendali.

L’ictus cerebrale è una patologia tempo-dipendente, cioè prima si interviene con i trattamenti adeguati e maggiore è il numero di cellule cerebrali che è possibile salvare, per consentire la ripresa del paziente e spesso salvargli la vita. Si tratta di elementi da tenere sempre presenti e che hanno funzionato proprio venerdì scorso, nel caso di una paziente anziana colpita da ictus. Una vicenda che ha quasi dell’incredibile se si pensa che la donna, 103 anni compiuti, è stata presa in carico a tempo di record dalla Stroke Unit dell’Aou di Sassari e curata con un trattamento combinato di trombolisi endovena e rimozione meccanica (trombectomia) del coagulo di sangue.

Si tratta del primo caso in Sardegna su una paziente così anziana per la quale vengono adottate questo tipo di procedure abbinate tra loro e, in generale, uno dei pochissimi casi al mondo effettuato su una ultracentenaria.

La donna, che prima dell’ictus è sempre stata autonoma e avrebbe sempre goduto di buona salute, ha improvvisamente presentato i sintomi neurologici tipici di questa patologia. Si tratta del disturbo del linguaggio, una mancanza di forza e l’improvvisa paralisi degli arti di destra quindi la bocca storta.

Il tempestivo riconoscimento dei sintomi consente quindi un intervento immediato. Ecco perché come dicono gli addetti ai lavori time is brain, cioè il tempo è cervello, a significare che un’azione fatta nei tempi opportuni salva la funzionalità del cervello e la vita del paziente. Così come è accaduto per la paziente ultracentenaria.

«Con l’intervento della macchina dei soccorsi, a partire dal 118, – afferma Alessandra Sanna, responsabile della Stroke Unit – è stato messo in moto un percorso che ha permesso di prendere in carico la donna e sottoporla ai trattamenti necessari nell’arco delle tempistiche previste, cioè entro 4 ore e mezza per la trombolisi e 6 ore per la trombectomia meccanica».

Alessandra Sanna quindi sottolinea l’importanza del lavoro multidisciplinare messo in campo che ha visto coinvolti, oltre alla Stroke Unit che coordina il percorso diagnostico e terapeutico dei pazienti colpiti da ictus, il Pronto soccorso, la Radiologia, l’Angiografia e l’Anestesia.

Una volta trasportata dal 118 al Pronto soccorso del Santissima Annunziata, infatti, l’anziana donna è stata prima sottoposta a TC e angio-TC nel reparto di Radiologia. Gli esami diagnostici hanno confermato la presenza di un trombo in una delle più importanti arterie cerebrali. È stato così avviato il trattamento combinato della patologia: prima con trombolisi endovena nel reparto di Stroke Unit – dove la paziente è stata assistita dalla dottoressa Bastianina Zanda e dal personale infermieristico specializzato – quindi con trombectomia meccanica, effettuata dal dottor Aldo Pischedda del Servizio di Angiografia, con rivascolarizzazione completa del tessuto cerebrale sofferente a causa dell’ischemia.

«Questo trattamento – spiega ancora Alessandra Sanna – ha permesso alla paziente di riprendere progressivamente l’utilizzo degli arti e della parola. L’eccezionalità del caso è data, da una parte, dall’adozione di un trattamento combinato su una paziente ultracentenaria, dall’altra, dalla positiva risposta da parte della stessa paziente. Anche se manteniamo la prognosi riservata per alcuni giorni ancora, siamo fiduciosi che con un percorso adeguato di logoterapia e fisioterapia sia possibile garantire un buon recupero neurologico».

Secondo i dati del Ministero della Salute, l’ictus (termine latino che vuol dire colpo, quindi ‘stroke’ in inglese) rappresenta nel mondo la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari. È, inoltre, la prima causa di disabilità. Nel nostro Paese sono circa 90mila i ricoveri annui dovuti a ictus cerebrale con una maggiore frequenza nelle persone di età compresa tra i 65 e gli 84 anni.

Sono tanti i fattori di rischio per l’ictus cerebrale. «Possono andare da disturbi del ritmo cardiaco, come la fibrillazione atriale, all’aterosclerosi – afferma Alessandra Sanna – ma comprendono anche l’età, l’ipertensione, il fumo, il diabete, il sovrappeso e la sedentarietà. Ecco perché la prevenzione parte dai corretti stili di vita che devono essere adottati sin dalla giovane età e seguiti nel corso della nostra vita».

La Stroke Unit dell’Aou di Sassari è una delle due Stroke di secondo livello (il più alto) in Sardegna, attiva h24, 7 giorni su 7, ed effettua circa 120 trattamenti di rivascolarizzazione cerebrale l’anno. «Questo numero – conclude Alessandra Sanna – tenderà a salire per il fatto che da circa un anno è possibile, grazie alla selezione dei pazienti effettuata tramite tecniche neuroradiologiche avanzate, eseguire la trombolisi anche fino a 9 ore e la trombectomia meccanica fino a 24 ore dall’esordio dei sintomi neurologici».

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