Sassari. Il Sindaco Campus risponde alle polemiche dell’Anpi

celebrazione 25 aprile a sassari coronavirus

L’Amministrazione comunale di Sassari, per dovere di chiarezza nei confronti della cittadinanza, ha risposto all’ennesimo comunicato, diffuso prevalentemente sui social, dall’Anpi – Sezione Bastianina Martiri Musu Sassari in cui il presidente dell’associazione fa determinate affermazioni sui fatti accaduti nei mesi precedenti.

Thomas Arras, presidente della sezione Anpi Sassari, scrive che già dal 6 marzo c’era stato un primo incontro con il sindaco. Il che corrisponde a verità, visto che l’Amministrazione comunale già da tempo aveva iniziato a predisporre le celebrazioni per il 25 aprile. Incontro tenuto in un clima cordiale e collaborativo da entrambe le parti, come è più che normale che fosse.

Scrive l’Anpi: «Da allora silenzio assoluto, l’emergenza sanitaria ha fatto sparire ogni impegno». «Silenzio assoluto» rotto dalla stessa Anpi quando, a seguito della bufala sulla positività al coronavirus del sindaco, ha chiamato la segreteria del primo cittadino che ha rassicurato l’interlocutore sull’assenza di rischi per la salute delle persone che nei giorni precedenti avevano avuto incontri con il sindaco.

Il silenzio del Comune non è «stato interrotto solo da un nostro sollecito telefonico allo staff il 22 aprile», come si legge nella nota firmata dal presidente Arras, ma piuttosto da una mail inviata alle 9.06 del 22 aprile dal Gabinetto del Sindaco a tutte le associazioni che partecipano normalmente alle cerimonie per il 25 aprile. Tra gli indirizzi c’è anche “sassari@anpi.it”, presente nel sito ufficiale dell’Anpi nazionale. Nella lettera si spiegava la situazione legata all’emergenza sanitaria e si chiedeva di individuare «una rappresentanza di non più di due persone delle Associazioni che vi chiediamo di comunicarci entro giovedì p.v.». Diverse associazioni hanno risposto, ma dall’Anpi non è arrivata alcuna notizia.

Il presidente Arras continua: «Abbiamo sollecitato telefonicamente lo staff del sindaco il 23 aprile e le risposte erano sempre vaghe e interlocutorie». Lo scambio telefonico ci è stato e la “vaghezza” delle risposte era legata al fatto che la stessa Amministrazione attendeva indicazioni definitive dal Governo. Il 23 aprile, alle 23.14, la segreteria del sindaco ha inviato un’altra mail, in relazione alle ultime direttive della Presidenza del Consiglio dei Ministri. E ancora una volta dall’Anpi nessuna risposta.

Il Comune ha appreso ieri dalla stessa nota stampa diffusa dal presidente Arras dell’esistenza di due pec inviate dallo stesso all’Amministrazione il 23 aprile e il 24. Tali pec sono state più volte cercate nel protocollo del Comune, ma senza trovarne traccia. Eppure lo stesso Thomas Arras il 3 marzo aveva inviato una pec con la richiesta di occupazione di suolo pubblico, il che fa presumere che abbia l’indirizzo corretto della pec del Comune, facilmente reperibile anche nel sito.

Quanto ai fatti del 25 aprile, si sottolinea ancora una volta che al presidente è stato detto che nulla ostava al suo ingresso durante la cerimonia già da prima che questa iniziasse. È stata dunque una sua scelta restare fuori. Come è stata una scelta del centro-sinistra inviare poco dopo la commemorazione un comunicato stampa e non chiedere al sindaco spiegazione dell’accaduto al termine della cerimonia, quando il primo cittadino si è rivolto a tutti i presenti per ringraziare della partecipazione. Resta infine un rammarico: la scelta infelice di usare in un documento ufficiale la frase «La verità vera è che il sindaco perde il pelo, ma non il vizio» riferita a un’istituzione.

Nel discorso che il sindaco Gian Vittorio Campus ha scritto per le celebrazioni del 25 aprile si faceva riferimento alla Festa della Liberazione, svolta in maniera così rarefatta e inusuale a causa dell’emergenza sanitaria, come a «un’ulteriore occasione di elaborazione collettiva e di crescita come comunità, sia locale che nazionale». E ancora: «Quindi il 25 aprile come alba della nuova Italia, alba della nostra Repubblica e della nostra Democrazia, non può che essere Festa di tutte e tutti, e noi qui oggi abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare tutta la nostra Comunità cittadina, indistintamente, e io spero, davvero, al di sopra delle parti».

Un riferimento, infine, alle polemiche sul ricordo delle vittime del coronavirus: «Leggere in quel minuto di silenzio di commemorazione anche per le vittime del virus una mancanza di rispetto verso le vittime della Guerra appare un po’ forzato, quando lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha più volte fatto riferimento all’epidemia nel suo discorso per il 25 aprile».

Nel discorso del Capo dello Stato si legge: «Nella nostra democrazia la dialettica e il contrasto delle opinioni non hanno mai, nei decenni, incrinato l’esigenza di unità del popolo italiano, divenuta essa stessa prerogativa della nostra identità. E dunque avvertiamo la consapevolezza di un comune destino come una riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale. L’abbiamo vista manifestarsi, nel sentirsi responsabili, verso la propria comunità ogni volta che eventi dolorosi hanno messo alla prova la capacità e la volontà di ripresa dei nostri territori».

A queste parole si ricollega un’ultima riflessione del primo cittadino: «Era l’occasione per sentirsi comunità unita. Evidentemente si è preferito fare diversamente. Scelte politiche che non condivido, ma rispetto. Mi dispiace però che per cavalcare questa polemica sia stato messo in discussione il corretto operato dello staff, che ha sempre lavorato con attenzione e professionalità».

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