Sardegna e Sicilia unite nel rivendicare i diritti delle isole

palazzo regione sardegna

Sardegna e Sicilia, con il concorso di tutte le Isole sorelle d’Europa, si mostrano compatte e rinnovano l’impegno comune nella battaglia per l’insularità che le vede italiane operare sui due diversi livelli istituzionali, nazionale con la modifica dell’Articolo 119 della Costituzione ed europeo per la piena attuazione delle disposizioni del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea e una strategia specifica che permetta di modulare le politiche della UE alle sfide dei nostri territori.

“Dobbiamo chiarire fin da subito i termini attuativi di questa rinnovata previsione costituzionale”, ha detto il Presidente della Regione Christian Solinas nel corso del convegno su ‘Il principio di insularità nel nuovo articolo 119 della Costituzione – Riflessioni attuative e auspicabili ricadute sulla condizione economico-sociale di Sicilia e Sardegna’ promosso dal Centro di Documentazione Ricerca e Studi sulla Cultura dei Rischi dell’Università di Catania. “È bene interrogarsi con sollecitudine sulla declinazione attuativa del piano nella pratica per evitare che la modifica costituzionale si risolva nell’ennesimo richiamo di principio sulla legislazione statale, privo di efficacia sostanziale, cioè lento”. Oggi, ha proseguito, “abbiamo l’onere di sostanziare di contenuti: un’affermazione di principio ha bisogno di essere declinata nelle sue possibili articolazioni”.

Nel corso dell’incontro a cui hanno partecipato esponenti del mondo socio-politico, economico, accademico, il Presidente Solinas ha ricordato l’impegno della Regione Sardegna: “Noi come Regione, abbiamo molto operato anche con una serie di azioni presso la Corte Costituzionale che hanno portato ad esempio alla fondamentale la sentenza 6 che ha riconosciuto quegli svantaggi strutturali permanenti derivanti alla Sardegna dalla sua particolare condizione. Tali aspetti sono stati oggetto anche dell’Accordo in materia di finanza pubblica sottoscritto tra il Governo e la Regione che prevede espressamente l’adozione degli strumenti compensativi più idonei alla loro rimozione”.

Riconoscimento del principio di insularità nella Costituzione della Repubblica quindi e, spostando l’attenzione verso l’Europa, elaborazione delle disposizioni del Trattato sul funzionamento dell’Unione. Sono i temi al centro dell’intervento del Presidente, che anche ricordato il recente voto da parte del Parlamento europeo della risoluzione Omarjee, passaggio fondamentale nel percorso verso il riconoscimento della dimensione insulare nelle politiche e nella legislazione dell’Unione europea.” Un risultato importante che da solo non basta e che sia proseguire lungo la strada tracciata, con l’obiettivo di arrivare quanto prima alla definizione del quadro normativo e finanziario”, ha ammonito il Presidente Solinas.

“Voglio sottolineare ancora una volta – ha spiegato – che nel chiedere un’attenzione specifica per le isole non chiediamo situazioni di privilegio, ma al contrario condizioni di uguaglianza. Una legislazione europea applicata in maniera omogenea a contesti territoriali estremamente differenti configura una lesione dei principi di uguaglianza sostanziale che non attenua, ma anzi accresce i divari di sviluppo tra territori. Le regioni insulari – ha proseguito il Presidente Solinas – non sono una realtà demografica marginale. Ospitano una popolazione totale di oltre 20 milioni di abitanti, pari a poco meno del 5% della popolazione dell’UE, appartenenti a 13 Stati membri, dal Mediterraneo, al mar Baltico e al mare del Nord. Parlare di oltre 20 milioni di cittadini è come parlare di uno Stato di medie dimensioni. Siamo dunque – ha evidenziato il Presidente – una tipologia territoriale che non può continuare a essere trascurata dalle politiche dell’Unione europea. Ed è partendo da questa considerazione di base che dobbiamo continuare a batterci per ottenere pari condizioni”, ha concluso il Presidente al termine del suo intervento facendo un augurio a Sicilia, Sardegna e a tutte le Isole sorelle d’Europa.

Condividi questo articolo:

Commenta l'articolo sulla pagina Facebook del Tamburino Sardo

commenti