La Lega contro la decisione di inserire la Sardegna in zona arancione

“Apprendiamo con estrema preoccupazione la firma dell’ordinanza da parte Ministro della Salute Roberto Speranza che declassa, ufficialmente, la Sardegna a zona arancione. Una decisione che in Regione con il nostro Governatore Solinas e in Parlamento continueremo a combattere e che avrà gravissime ripercussioni sul sistema economico isolano, di cui il governo Conte mostra, ancora una volta, non badare affatto non inviando agli operatori del settore adeguati ristori ma solo l’ordine di abbassare le serrande”. L’accusa arriva dai Andrea Piras, consigliere regionale e coordinatore Lega Giovani e Eugenio Zoffili, deputato e coordinatore regionale della Lega.

Le motivazioni e i criteri adottati per la valutazione di tali scelte devono necessariamente essere rivisti e, soprattutto, è necessario si avviino maggiori interlocuzioni con le regioni, stanche di balletti vergognosi tra aperture e chiusure incerte. In virtù di questo cambio repentino di colorazione, abbiamo già chiesto ufficialmente al Presidente Christian Solinas di provvedere all’adozione di un’ordinanza che, al pari di quella firmata il 9 gennaio, autorizzi gli spostamenti dei cacciatori in tutta la Sardegna. La caccia è un servizio di pubblica utilità che garantisce l’equilibrio della fauna selvatica e non può esser limitata”, concludono gli esponenti del Carroccio.
Anche il Presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, si scaglia contro la decisione: “Classificare la Sardegna nell’ambito della “zona arancione”, appare una scelta irragionevole per le conseguenze sulla tenuta economica e sociale della nostra Regione già fortemente penalizzata dai precedenti provvedimenti emergenziali. Fin dall’inizio della pandemia, la Regione Sardegna ha messo in campo ogni iniziativa per assicurare il rispetto di tutte le misure di prevenzione e contenimento del contagio. Per questo, ritengo che decisioni così delicate debbano necessariamente essere condivise tra livelli istituzionali, che non può prescindere dal dialogo tra Governo e Regione”.
“Una decisione ingiustificata – ha concluso il Presidente – anche alla luce di azioni importanti come questa di oggi, che modifica i parametri di riferimento del freddo algoritmo a cui è affidata la vita delle regioni. I sacrifici dei sardi meritano maggiore rispetto e considerazione da parte del Governo. Non si può delegare a un mero algoritmo l’assunzione di scelte che incidono in maniera così preponderante sulla vita dei cittadini e che richiedono, viceversa, buon senso e responsabilità. La Sardegna difenderà in ogni modo le sue prerogative e proseguirà il confronto con il Governo per apportare i necessari correttivi a scelte palesemente sbagliate”.
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