Il Decreto Lavoro convertito in Legge dal Parlamento. Tutte le novità

Con 154 voti a favore, 82 contrari e 12 astenuti, la Camera dei Deputati ha convertito in legge il decreto lavoro varato dal Governo lo scorso 1 maggio. Soddisfatto il Ministro del lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone sottolinea che l’obbiettivo del Governo sia quello di “accompagnare le persone attraverso la formazione e sostenere le fragilità con interventi come il nuovo assegno di inclusione. Miglioriamo la qualità dell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro – continua il Ministro –  sosteniamo le famiglie con il taglio del cuneo fiscale e contributivo e rispondiamo con concretezza alle necessità di imprese e lavoratori.”

Dal Governo sottolineano che, come rilevato dall’ISTAT, nel primo trimestre 2023, i posti di lavoro sono aumentati di circa un milione.

Diverse le novità introdotte con la nuova Legge sul lavoro, dallo smart working per i dipendenti della PA, la stretta sui fringe benefit, la ridefinizione dell’ Assegno di inclusione e alla semplificazione delle causali per il rinnovo dei contratti a termine.

Nel dettaglio:  lo smart working sarà prorogato di altri 3 mesi per i dipendenti con patologie gravi e fragili, per i genitori con figlio fino ai 14 anni di età, mentre verrà sospeso per i dipendenti pubblici con figli oltre quella soglia d’età.

La soglia dei Fringe benefit (compensi concessi dal datore di lavoro al dipendente), sale a 3mila euro,  esenti da tasse, sarà valido solo per i dipendenti con figli a carico e varrà esclusivamente per le utenze domestiche. Per quanto riguarda i contratti a termine, potranno essere prorogati e rinnovati entro i primi 12 mesi, senza le causali che avevano tanto fatto discutere e che erano state introdotte dal Governo Conte. Stop al limite del 20% per i dipendenti in apprendistato.

Per quanto riguarda l’Assegno di Inclusione (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo), sostituirà il Reddito di Cittadinanza. Ricordiamo che è rivolto a nuclei familiari con ISEE inferiore a 9.360 euro e un reddito complessivo sotto i 6mila euro o 7.660 per le famiglie i cui componenti siano composte da persone con un’età pari o maggiore di 67 anni o con disabilità. I sussidi saranno pari a 6mila euro all’anno più ulteriori 3.360 euro annui ( 280 al mese) come contributo affitto.

Per i cosiddetti “stagionali”, dal 1 giugno al 21 settembre verrà riconosciuto il bonus estate, che sarà pari al 15% delle retribuzioni lorde per straordinari e lavori notturni, senza concorrere alla formazione del reddito.

Per quanto riguarda i vecchi voucher, si chiameranno Libretto famiglia e serviranno per retribuire prestazioni di lavoro occasionali, baby sitter, collaboratori/trici  domestici, insegnanti per ripetizioni e potranno esse comprati nelle tabaccherie, nel sito dell’INPS o alle Poste.

Importante novità per le donne vittime di violenza, le quali potranno costituire un nuovo nucleo familiare autonomo rispetto al precedente e sarà valido per l’accesso all’Assegno di inclusione.

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