Governo Meloni, primo maggio con un nuovo taglio al cuneo fiscale

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Primo Maggio al lavoro per il governo Meloni, il quale con un Consiglio dei Ministri convocato proprio il giorno dedicato alla festa dei lavoratori, ha deciso di portare avanti e di approvare una serie di interventi proprio per aiutare le fasce più basse di retribuzione.

Nonostante il coro di critiche da parte di due dei tre sindacati con federali, la CISL con il segretario Sbarra si è detta infatti soddisfatta della scelta, il governo ha tirato dritto, portando a casa, tra i vari interventi, un ulteriore riduzione del cuneo fiscale del 4%, che va ad aggiungersi al 3%, già approvato nella prima manovra finanziaria di fine anno. La misura nello specifico, salirà dagli attuali due punti a sei punti per i redditi fino a 35mila euro e dagli attuali tre a sette punti per i redditi fino a 25mila euro.
Questo è stato possibile grazie ad un “tesoretto” recuperato di circa 4 miliardi, che permetterà un aumento medio in busta paga di circa €100 lorde, a partire dal primo luglio fino al 31 dicembre 2023, con l’auspicio, così come dichiarato dal ministro del lavoro Calderone, che ciò possa diventare un provvedimento strutturale.
Per quanto riguarda invece il cosiddetto “Welfare aziendale” il governo indica che “non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze” di acqua, luce e gas, fino a 3 mila euro.

Novità, come promesso dalla maggioranza sia in campagna elettorale che dal suo insediamento, per quanto riguarda il reddito di cittadinanza che cambia nome e si chiamerà assegno di inclusione. Il provvedimento arriverà dal primo gennaio 2024 e sarà la misura più importante per il “contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale” – così le parole del governo. L’intervento rivolto alle famiglie nelle quali sono presenti disabili, over 60 e figli minori e potrà arrivare fino a 500 euro al mese, con la possibilità di arrivare a 630 euro nelle famiglie composte da over 67 o con disabilità più grave. A questa cifra verrà aggiunta un ulteriore quota di €280 mensili per le famiglie che vivono in affitto.

Questo importante provvedimento potrà essere usufruito per 18 mesi con la possibilità dopo il blocco di un mese, di una proroga di ulteriori 12 mesi. Requisiti necessari per poterne usufruire, sono la residenza italiana da almeno cinque anni e avere un reddito ISEE non superiore ai 9.360 euro.
Sul fronte di incentivi e gli strumenti per l’attivazione al lavoro, ci sarà la possibilità per i cosiddetti occupabili, di partecipare a corsi di formazione e di qualifica professionale, da aggiungere a progetti utili alla collettività. Il beneficio per questa tipologia di cittadini, sarà di €360 per un massimo di 12 mesi e la partecipazione ai corsi oppure ai progetti utili sarà vincolante.

Per quanto riguarda invece i datori di lavoro privati che decidono di assumere i beneficiari dell’assegno di inclusione, sia come apprendisti o con contratto a tempo indeterminato, verrà riconosciuto l’esonero dei contributi previdenziali pari al 100% per 12 mesi e nel limite degli 8000 euro annui. La misura sarà pari al 50% se il lavoratore verrà assunto a tempo determinato o stagionale.
Novità poi per quanto riguarda i contratti a termine, dove sono previsti meno vincoli sulle causali per i rinnovi oltre l’anno e non oltre i 24 mesi. Come precisato poi dal ministro Calderone, le causali saranno affidate ai contratti collettivi così come richiesto anche dai sindacati.
Si alza infine la soglia per quanto riguarda le prestazioni di lavoro occasionale che passa da 10.000 a €15.000, per chi opera nel settore degli eventi, parchi di divertimento, fiere congressi e stabilimenti termali.

Insomma, un Primo maggio speso bene dal Governo Meloni, che viaggia spedito verso quelle riforme strutturali, senza tralasciare l’urgenza richiesta dalla situazione economica, utili ai cittadini. Interventi che stanno riscuotendo sempre più ampi consensi non solo in Europa, ma anche tra gli economisti e nella stampa internazionale.

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