Francesca Masala (FDI): “L’on. Di Nolfo e l’abbaglio della legge regionale siciliana contro i medici obiettori”

“L’onorevole Di Nolfo consegna alle stampa un prezioso scrigno di saggezza pubblicato da Nuova Sardegna del 23 giugno scorso riguardo la legge sul fine vita. Quella regionale, che si affianca su un binario parallelo a quella che il Governo centrale sta cercando di varare. Di Nolfo, per la sua teoria, prende spunto da una legge appena varata dalla Regione Sicilia senza mai citarla (probabilmente il disegno 738/25 diventata legge 22 del 15 maggio) in cui si obbliga l’assunzione di una quota di medici non obiettori al fine di garantire la corretta applicazione della legge 194 del 78”. E’ quanto dichiara l’On. Francesca Masala, consigliera regionale di Fratelli d’Italia.

“Questo a dimostrazione del fatto che Di Nolfo ha necessità di ricorrere a ciò che fanno altrove e di uniformarvisi. Occorre ricordargli però che la Sicilia – sottolinea Francesca Masala – è ben diversa dalla Sardegna. Infatti in Sicilia, oltre all’enorme superiorità del carico demografico, il numero dei medici obiettori incidono per l’85% del complessivo. Una cifra molto alta rispetto alla media sarda che invece si attesta sotto la media nazionale, ovvero sotto il 54%. Quindi il nostro dato non è per nulla assimilabile al Sud Italia come invece sostiene erroneamente Di Nolfo sull’articolo della Nuova Sardegna”.

“Questo è un dato, non una supposizione o una misurazione ad occhio, ovvero alla Di Nolfo il quale indica genericamente una fantomatica impossibilità più o meno generalizzata delle donne sarde nel vedersi riconosciuto il diritto sancito dalla 194 del 1978 perché nelle strutture, in tutte le strutture sul territorio, dice Di Nolfo, non si trovano disponibili medici che non siano obiettori di coscienza. Notizia assolutamente falsa – precisa la consigliera di Fratelli d’Italia – in quanto risulta invece che ogni donna, nell’ Isola, che voglia ricorrere alla IVG per scelta, ponderata e sofferta, ottiene l’assistenza delle strutture ospedaliere del territorio mediamente entro 14 giorni dalla richiesta”.

“D’altro canto lo spostamento sul territorio per ottenere servizi sanitari adeguati è diventata ormai una pratica patologica che non dipende certo dall’obiezione di coscienza dei medici. Occorre anche ricordare all’ On. Di Nolfo che la stessa legge siciliana, emanata solo il 27 maggio scorso, meno di un mese fa, potrebbe essere ampiamente impugnata dal governo centrale: ci sono i tempi. Imporre per legge ai cittadini i requisiti di partecipazione ad un concorso pubblico calpestando i loro diritti di libertà espressiva e di coscienza – conclude l’On. Masala – mi sembra una questione molto delicata e discriminatoria dal punto di vista costituzionale”.

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