Piras e Schirru (Lega): “Si bloccano gli italiani, ma non gli sbarchi”

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“In Italia si fermano le imprese, si bloccano i lavoratori, tra poco potrebbero essere vietati anche gli spostamenti tra varie regioni, ma non si ferma l’invasione di migranti nelle nostre coste. Lo sbarco di venti magrebini, intercettati poi mentre camminavano tranquillamente sulla strada per Cagliari, è avvenuto la notte scorsa, a dimostrazione del fatto che né l’emergenza sanitaria né l’emergenza sicurezza sono sufficienti motivi per far prendere posizione seria e concreta al Governo su questa importante tematica”. Lo dichiarano il consigliere regionale della Lega Andrea Piras il e coordinatore del partito nella città metropolitana di Cagliari Roberto Schirru.

“Si preferisce tergiversare – proseguono – , si preferisce non dare risposte e scaricare le responsabilità della propria incapacità su altri, come avvenuto nel caso dell’attentatore di Nizza per il quale la Lamorgese dovrebbe aver la dignità di domandare scusa alle famiglie delle vittime, alla Francia e all’Italia intera per esser così incurante dei rischi cui quotidianamente vengono sottoposti i cittadini a causa di approdi indiscriminati e di mancanza di controlli”.

“Da cittadini possiamo ben capire l’oggettiva impossibilità a sentirsi tutelati, protetti e ascoltati se chi ricopre ruoli istituzionali così importanti, come la guida del dicastero dell’Interno, si scansa dai suoi doveri, evita di dare risposte alle interrogazioni parlamentari e da mostra di essere interessata solo a difendere se stessa piuttosto che il suo popolo”.

“Dal canto nostro – concludono i due rappresentanti della Lega – noi continuiamo a denunciare, a lanciare moniti e, grazie all’interessamento del nostro deputato Eugenio Zoffili, nonché coordinatore regionale, verrà presentata l’ennesima interrogazione parlamentare. Nella speranza che, almeno stavolta, il Ministro sia lungimirante e si decida a dare una risposta degna dell’essenziale ruolo istituzionale che ricopre, o ancor meglio si decida a rassegnare le sue dimissioni per manifesta incapacità nella gestione della sicurezza di 60 milioni di italiani”.

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