Omicidio dell’anziano a Ghilarza, indagini portano alla rapina per droga

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Erano alla ricerca di denaro anche per comprare droga i due fratelli, uno di 31 e l’altro di 27 anni, fermati con l’accusa di omicidio volontario per aver ucciso Tonino Porcu, il 78enne allevatore in pensione pestato a sangue nella sua abitazione a Ghilarza, in provincia di Oristano, nella notte tra il 21 e il 22 febbraio scorsi. È uno degli elementi emersi in queste ore dopo la svolta di ieri sera con il fermo dei due.

Gli inquirenti non lasciano trapelare nulla, ma ad inchiodare i due ci sarebbe più di un elemento. Gli specialisti del Ris, infatti, hanno trovato all’interno della casa della vittima impronte e numerose tracce, anche biologiche, riconducibili ai fratelli.

Non solo. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale e i colleghi della Stazione di Ghilarza ieri hanno perquisito l’abitazione in cui vivono i due fermati – il più grande è un operaio edile, il più piccolo lavora come operatore socio sanitario – sequestrando alcuni indumenti, forse gli stessi che indossavano il giorno dell’omicidio. I militari stanno lavorando anche su altri episodi criminosi che i due potrebbero aver commesso prima della rapina finita nel sangue.

Non si può escludere che a ottobre dello scorso anno siano stati proprio loro ad entrare nell’abitazione al numero 39 di via Regina Elena, dove prima viveva Tonino Porcu, per mettere a segno un furto e poi cancellare le tracce appiccando un incendio.

Ieri davanti al pm di Oristano Marco De Crescenzo e agli investigatori dei carabinieri, il fratello maggiore, difeso dall’avvocato Angelo Battista Mario Marras, avrebbe ammesso le proprie responsabilità. il minore, rappresentato dagli avvocati Fabio Messina e Salvatore Cappai, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere. L’udienza di convalida del fermo non è ancora stata fissata. (Ansa)

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